Lovecraft e la musica, lo scrittore è stato d’ispirazione per diversi gruppi e solisti fin dal 1932 quando Harold S. Farnese mise in musica due poesie di Lovecraft, “Mirage” e “The Elder Pharos”.
I generi musicali maggiormente ispirati nel corso degli anni dagli scritti di Lovecraft sono il rock e il metal.
Ma, a questo punto, sorge spontanea una domanda, H.P. Lovecraft ascoltava la musica e se si, quale?
Se si da una letta al suo vasto epistolario scopriamo che in età adulta, Lovecraft non era un amante della musica, mentre in età giovanile lo è stato.
Il genere ascoltato da lgiovane scrittore erano le canzoni popolari della sua epoca, da bambino, per un periodo si mise a cantare e a suonare, andando anche, per un breve periodo, a lezione di violino (definita poi da Lovecraft come un’attività frustrante.
All’età di undici anni, insieme ad un paio di amici fondò un gruppo musicale di genere demenziale, i “Blackstone Military Band”, dove inizio suonando il zobo, uno strumento simile al kazoo, passando poi alle percussioni (triangolo e piatti).
Sempre grazie al suo epistolario scopriamo che Lovecraft si divertiva moltissimo a cantare e fischiettare alcuni brani della sua epoca, genere che lui definiva “old barber tunes” o “cafeteria songs”.
Uno dei brani era “Bedelia” del 1903 scritta da Jean Schwartz.
Altre canzoni citate da Lovecraft sono “On the Banks of the Wabash”, “Far Away” (1897) di Paul Dresser e “In the Shade of the Old Apple Tree” (1905) di Harry Williams and Egbert Van Alstyne. Brani che venivano eseguiti dal terzetto di amici a scopo umoristico e parodistico.
Finita l’esperienza del gruppo, lo scrittore prosegue con la propria passione per il canto.
Sempre tenendo fede al suo epistolario si scopre che attorno al 1907 provò anche a registrare qualche canzone da lui eseguita su un fonografo Edison ma distrusse tutti i rulli in quanto, sue parole testuali, il risultato ottenuto gli ricordava fin troppo “il lamento di un fox-terrier moribondo”.
Nonostante questa breve esperienza musicale resta il fatto che al giovane Lovecraft piacesse, si, cantare le canzoni popolari del suo tempo ma che, in fondo, non gli interessasse molto la musica, a differenza di altre forme d’arte che prediligeva, come l’architettura, la pittura, il cinema e, ovviamente, la letteratura.